
La comunicazione umoristica ci permette di raggiungere relazioni più soddisfacenti e una maggiore felicità grazie all’umorismo, quella capacità e attitudine esclusivamente umana, a cogliere gli aspetti più paradossali e apparentemente divertenti della realtà.
La comunicazione umoristica è un vero e proprio esercizio creativo, non sempre semplice, che esercita la mente a dare origine ad un diverso tipo di relazione tra le persone che ne sono coinvolte.
In questo articolo vedremo insieme:
- cos’è l’umorismo;
- che effetti ha il buonumore nella comunicazione e nella nostra vita in generale;
- i 4 tipi di umorismo.
Cos’è l’umorismo?
La parola umorismo deriva da umore, quindi dal latino umor, che vuol dire per l’appunto “umido, liquido”. Il riferimento alle teorie della medicina di Ippocrate, secondo cui lo sbilanciamento tra i fluidi da cui gli uomini sono composti ne influenza salute e temperamento, è evidente. Il fondamento dell’umorismo infatti è proprio in questa sua stretta correlazione con l’emotività e la parte istintiva e ancestrale di ognuno di noi.
L’umorismo non è così dirompente come la comicità, non è impietoso come il sarcasmo, non è ribaltatore del reale come l’ironia e non ha gli scopi sociali della satira.
Talmente importante l’umorismo nelle nostre vite comunque, che c’è stato chi ha egregiamente tracciato i confini di “cosa è”: Luigi Pirandello.
Nel suo saggio “L’umorismo”, Pirandello spiega proprio in modo eccellente quali sono le differenze tra la comicità, l’ironia e l’umorismo e definisce quest’ultimo il «sentimento del contrario», che porta con sé sentimento e riflessione.
Lo fa attraverso la famosa idea dell’anziana signora imbellettata, che si trucca e si veste come se fosse più giovane. Guardandola, ella suscita una risata perché è l’immagine opposta di ciò che ci si aspetterebbe da una vecchia signora, e questa è la comicità.
Se però ci fermiamo a riflettere del perché quella signora si è così “combinata”, magari per sembrare più giovane e continuare ad attrarre il marito con meno anni di lei o per non perderlo, il nostro riso si affievolisce e ci si avvicina a quel “sentimento del contrario”. Perché la signora magari si rende anche conto di essere ridicola e forse ne soffre pure di questa situazione. Allora in realtà, quel riso diventa amaro, compassionevole ed è appesantito da un’ombra che forse mai ci aspetteremmo: quella dell’empatia.
Secondo Pirandello quindi, comicità e ironia sono originate da situazioni assolutamente chiare: il contrasto tra ciò che sembra e la realtà. L’umorismo invece, è quel processo di pensiero critico che ci fa analizzare e comprendere quello che si cela dietro un fatto o un modo di fare a prima vista comico.
È la lente della riflessione, che fa guardare il sentimento con occhio diverso, lo giudica e lo riassembla in maniera diversa. Ecco perché l’umorismo in realtà è una cosa molto seria.
Il buonumore è contagioso
Comunicare con umorismo e leggerezza favorisce a condurre con maggior efficacia le conversazioni più difficili. in particolar modo quando si lavora in team, l’umorismo permette di alleggerire le tensioni e ad appianare i contrasti.
L’umorismo nei gruppi di lavoro crea un’atmosfera più cordiale, informale, è di aiuto per un ambiente più rilassante e allo stesso tempo più proficuo. Essere in grado di trovare il lato divertente delle cose della vita e, principalmente, di se stessi (autoironia), favorisce la creatività e la ricerca di soluzioni alternative nonostante le difficoltà.
Il buonumore è contagioso, stimola la produzione di serotonina e trasmette benessere.
Non è un caso infatti che sono stati creati metodi e tecniche che incentivano il buonumore e la risata come terapia, sia in ambito sanitario come la “clownterapia” o la “terapia del sorriso”, che in ambito di crescita personale, come lo “yoga della risata”.
L’umorismo aiuta ad ascoltare attivamente e a comunicare senza pregiudizi di sorta, risulta molto efficace inoltre per rendere più semplice lo svolgimento di una riunione di lavoro: discutere insieme di interessi comuni o prendere delle decisioni che debbano essere condivise da più persone può generare disaccordi o addirittura disagi emotivi.
La comunicazione umoristica, se usata correttamente, si rivela quindi molto utile per riuscire a gestire il dialogo e a sprigionare positività, naturalmente a patto che:
- si comprenda e si apprezzi l’uso dell’umorismo come strumento;
- non si “appesantisca” la situazione trasformando l’umorismo in sarcasmo;
- l’uso dell’umorismo non distragga da quello che è l’obiettivo comunicativo.
Purtroppo il fraintendimento è sempre dietro l’angolo anche se abbiamo tutte le migliori intenzioni. Questo accade perché non tutti siamo immediatamente pronti a cogliere la battuta improvvisa o fuori contesto, ma anche e soprattutto perché non tutti abbiamo lo stesso stile comunicativo. È importante quindi non soltanto cosa diciamo, ma anche a chi e in che modo.
Col tono giusto si può dire tutto, col tono sbagliato nulla: l’unica difficoltà consiste nel trovare il tono.
– George Bernard Shaw
La comunicazione umoristica è importante perché ci permette di conoscere indirettamente il tipo di visione della vita che abbiamo in comune con altre persone.
Ridere della stessa battuta, o trovare divertente una gaffe involontaria, indica somiglianze nel tipo di predisposizione alla realtà. Crea insomma una sorta di affinità istintiva e spontanea che va oltre la razionalità.
Della risata, questo meraviglioso gesto un po’ fuori dagli schemi dal sapore a volte ribelle e liberatorio, non possiamo farne proprio a meno: ridiamo per non piangere, per sdrammatizzare, per trasmetterci un cenno di intesa.
La sua bellezza sta nell’essere misterioso e improvviso, provocando una reazione nervosa che si propaga da uomo a uomo.
I 4 tipi di umorismo
Il modo di “praticare” l’umorismo cambia molto da persona a persona, quello che alcuni trovano divertente non è detto che lo sia anche per altri.
Lo psicologo Rod Martin ha identificato e classificato quelli che per lui sono le quattro principali tipologie di umorismo:
- Associativo
- Rafforzativo
- Aggressivo
- Controproducente
L’umorismo associativo viene usato per coltivare le proprie relazioni con le altre persone ed è “tipico” di chi fa battute e racconta barzellette tra amici.
Il tipo rafforzativo serve a far sentire bene, trovando il lato divertente sulle vicende quotidiane che accadono ad ognuno di noi.
L’umorismo aggressivo invece, è quello caratterizzato dal sarcasmo, ma ancor più dalla ridicolizzazione degli altri.
Il controproducente infine, tende a farci rendere inferiori alle altre persone per attirare la loro attenzione o per ricevere la loro approvazione.
Ogni tipo di umorismo può rivelare molto sul carattere di una persona. Ad esempio l’associativo e il rafforzativo sono più frequenti da riscontrare in persone estroverse, mentre il controproducente è più correlato a chi ha disturbi di nevrosi.
Secondo Martin però «La cosa più importante è il modo in cui lo usiamo […] Non è importante quanto si è divertenti, ma il modo in cui usiamo l’umorismo per promuovere una relazione o viceversa usandolo in maniera deleteria».
Ad ogni modo, a prescindere dal tipo di umorismo che ci caratterizza e che possiamo utilizzare per la nostra comunicazione, i suoi benefici sono chiari.
Alcuni studi hanno evidenziato come le persone più divertenti siano anche più attraenti agli occhi degli altri e come il senso dell’umorismo rafforzi la fiducia in se stessi e il proprio ruolo sociale. Addirittura si è scoperto che anche nelle relazioni affettive l’umorismo è molto importante per un rapporto che sia duraturo nel tempo.
Saper ridere e sorridere di se stessi e della realtà che ci circonda è un modo saggio per guardare con il giusto distacco le cose della vita, ci permettere di non essere intrappolati in prospettive o visioni troppo rigide e di osservare con arguzia e intelligenza.
E sì, l’umorismo è davvero una cosa seria!
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