
Digital detox è per definizione un periodo di tempo nel corso del quale ci si distacca volontariamente dai dispositivi elettronici e se ne riduce l’utilizzo.
Estate, sole, mare… va molto di moda in questo periodo dell’anno eliminare dalla propria dieta alcuni alimenti per sentirci più in forma e più leggeri. Perché non farlo anche con la nostra mente?
Perennemente connessi davanti a uno schermo, sovraesposti all’inverosimile a informazioni e contenuti di tutti i tipi, bombardati di notifiche a tutte le ore, le statistiche ci dicono che in Italia trascorriamo mediamente:
– 1 ora e 50 minuti sui social network;
– 4 ore al giorno sul nostro smartphone;
– 6 ore e mezza sul web, senza fare distinzione tra dispositivi e piattaforme.
Il che si traduce in 122 giorni all’anno della nostra vita che spendiamo interamente online!
Non esiste una regola precisa sulla durata del digital detox, quello che conta è trovare il proprio equilibrio personale.
In questo articolo vedremo insieme:
- perché disintossicarsi dal digitale;
- le conseguenze sul nostro cervello;
- 6 step da seguire per il tuo detox digitale.
Perché disintossicarsi dal digitale
Disintossicarsi da Internet e dallo smartphone sono esigenze avvertite sempre più di frequente come conseguenza diretta delle nostre cattive abitudini digitali.
A causa del nostro smartphone purtroppo, siamo sempre super distratti.
È tra le prime cose che tocchiamo appena svegli e l’ultima prima di andare a letto. Viene addirittura in bagno con noi! È sempre con noi.
Senza rendercene conto è quasi diventato un’estensione del nostro braccio.
Riflettiamo un attimo insieme su questi dati:
-secondo Dscout, azienda americana che conduce studi di ricerca per le imprese, una persona senza particolari problemi di dipendenza da smartphone controlla il proprio schermo mediamente 2600 volte al giorno;
– secondo l’azienda di servizi di consulenza Deloitte invece, entro cinque minuti dal risveglio abbiamo già controllato le notifiche del nostro smartphone.
– recenti ricerche effettuate in Gran Bretagna rivelano che un ragazzo su due, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, si alza in piena notte per controllare le notifiche e che tra gli adolescenti e i preadolescenti sono sempre più frequenti i casi di vamping, ossia il trascorrere l’intera notte svegli a chattare e passare del tempo su smartphone e tablet.
Certamente qui in Italia la situazione non è di gran lunga differente.
Negli ultimi anni inoltre, sono state associate allo smodato uso dei dispositivi digitali delle vere e proprie patologie:
Nomophobia (da no mobile phone phobia)
È la paura di stare senza smartphone o senza connessione ad internet.
Il professore di Marketing alla New York University Adam Atler, ha condotto uno studio in cui veniva chiesto ai partecipanti se preferissero un gomito rotto o uno smartphone rotto. Indovinate un po’? Il 46% degli intervistati ha risposto che avrebbe addirittura preferito un gomito rotto. Se non è Nomophobia questa!
FOMO (fear of missing out)
È invece la paura di essersi perso qualcosa, di essere tagliato fuori.
Quando sentiamo il suono della notifica sul nostro smartphone non è difficile a volte resistere alla tentazione di controllare cos’è anche se stiamo facendo altro?
È un po’ la stessa sensazione che viviamo quando guardiamo un film e c’è il momento di suspense in cui vogliamo a tutti costi sapere cosa succederà dopo!
In effetti oggi viviamo un po’ così, in un perenne stato di suspense e a causa del sistema delle notifiche il nostro organismo produce grandi quantità di dopamina e cortisolo, sostanze che ci spingono a controllare sempre più spesso lo smartphone, proprio perché agiscono sulla nostra paura di esserci persi qualcosa. Del resto le notifiche a questo servono, no?
Digital Burnout
È una particolare reazione allo stress cronico provocato da un uso prolungato di dispositivi digitali a causa sia della luce dello schermo che dei costanti flussi di dati e informazioni a cui è sottoposto il cervello. Questo formidabile mix genera mal di testa, danni alla vista, alti livelli di ansia e stress, e una vera e propria stanchezza fisica.
Le conseguenze sul nostro cervello
Senza dover necessariamente arrivare alle patologie che abbiamo visto in precedenza, è ormai acclarato che sono numerosi i disturbi provocati da una sovraesposizione agli schermi di pc, laptop, tablet e smartphone: affaticamento degli occhi, emicranie ripetute, ma anche un’alterazione del ciclo sonno – veglia conseguente all’alterazione del rilascio di melatonina a causa della luce blu degli schermi.
Sugli aspetti legati al rilascio di ormoni relativi alla sovraesposizione da web e in modo particolare da social network, ci si è interrogati più volte, fino ad ipotizzare che l’esperienza sui social sia stata realizzata col disegno di “drogare” il circuito di dopamina.
Riflettiamo infatti a come ricevere like possa generare un vero e proprio senso di gratificazione, o di come essere costretti a stare per troppo tempo lontani dalle bacheche e dai feed possa in alcune persone generare ansia e frustrazione, come se il mondo andasse avanti senza di loro.
O ancora a cosa proviamo quando abbiamo l’impressione, da quanto vediamo sui social, che gli altri vivano una vita soddisfacente e piena di esperienze eccitanti e noi no.
Ma, dopamina a parte, c’è anche qualche altro motivo per cui non riusciamo a distaccarcene e questo riguarda la struttura del nostro cervello e i suoi processi.
In un interessante articolo di qualche anno fa pubblicato su “Vox”, dal titolo Stiamo consumando troppi media. È tempo di disintossicare il nostro cervello, ci viene spiegato che il cervello umano è predisposto ad essere attento agli stimoli che cambiano velocemente.
È un retaggio che ci accompagna costantemente sin dall’evoluzione, quando la più piccola disattenzione verso le minacce concrete provenienti dall’esterno poteva pregiudicare la nostra sopravvivenza. Era indispensabile infatti, prestare attenzione ai cambi repentini di condizioni esterne pericolose per attivare quanto prima il meccanismo stimolo – risposta.
Proprio allo stesso modo, noi oggi non riusciamo ad ignorare i costanti aggiornamenti delle bacheche dei social, siamo bulimici di notizie e informazioni che, data la loro quantità, non siamo in grado di processare nella maniera corretta.
All’attivazione del meccanismo stimolo – risposta, reagiamo anche alle bacheche dei social con impercettibili cambiamenti fisiologici che preparano l’organismo al pericolo: battito cardiaco in aumento, sudorazione, ridotta salivazione, pupille dilatate.
Anche senza voler considerare cyberbullismo, hate speech, fake news, capiamo bene che trascorrere troppo tempo sui social network porta a conseguenze tutt’altro che virtuali.
Inoltre, non trascuriamo il fatto che tutto il tempo trascorso online sottrae inevitabilmente ore preziose durante le quali sarebbe possibile svolgere altre attività, come una sana lettura, una passeggiata nella natura, una bella nuotata o una chiacchierata con la persona amata.
Digital detox, 6 step da seguire
Vi abbiamo convinto a staccarvi dal vostro smartphone per un’ora, un giorno, un’intera settimana?
Bene, per darvi una mano abbiamo deciso anche di dare qualche suggerimento utile che potrà essere di aiuto in quei momenti in cui state per cedere e “cadere in tentazione”.
1. Creare delle zone off limits
Predisponiamo delle zone della casa in cui non sono ammessi i dispositivi elettronici. In modo particolare è importante non avere lo smartphone accanto nel momento dei pasti, sia a casa che fuori, per dare attenzione alle persone che sono con noi e non allo schermo, e di spegnerlo o metterlo in modalità aereo quando andiamo a dormire.
2. Disattivare le notifiche
Eliminiamo la fonte di distrazione alla radice silenziando smartphone, tablet e pc per alcune ore durante il giorno e dedichiamo solo alcuni momenti per controllare email e messaggi.
3. Fare pulizia
Un digital detox può iniziare ad avvenire anche attraverso l’eliminazione di ciò che è superfluo e non ci interessa davvero. Quante volte scorrendo i feed ci siamo chiesti: ma davvero questa cosa mi interessa?
4. Non documentare tutto via web
Proviamo a vivere i nostri momenti di distacco dal lavoro senza dover necessariamente condividere tutto sui social godendoci il momento. Le foto? Perché non provare a utilizzare una meravigliosa macchina fotografica analogica?
5. Multitasking? Ma anche no
Si crede che essere sempre attivi su diversi fronti sia un modo per dimostrare la propria efficienza. In realtà, se proprio vogliamo dirla tutta, fare tante cose insieme spesso risulta controproducente. Non occorre leggere le email la sera tardi o all’alba o rispondere in tempo reale per dimostrare la nostra professionalità.
6. Prendersi il giusto tempo per ritornare online
Quando decideremo di immergerci di nuovo completamente nell’online facciamolo con calma e prendiamoci il nostro tempo. Ritornare di botto al digitale tutto d’un colpo potrebbe essere stressante a causa del recupero di tutto quanto abbiamo “accumulato”.
Impariamo a selezionare, a riflettere e a connetterci con consapevolezza: utilizziamo al meglio la tecnologia per migliorare la nostra vita, ma gestiamola sempre con oculatezza, senza lasciare che sia lei a gestire noi!
Vuoi suggerimenti sul percorso di digital detox che possa essere più adatto a te?